Smemorie dei Maturati. Numero quattordici
Smemoranda.it raccoglie i ricordi dei maturati famosi e non
Chiamano il mio nome. Le ginocchia arrugginite fanno il loro dovere avvicinandosi prudenti alla Sedia delle Torture posta al centro della stanza, assediata dal lungo tavolo della commissione esaminatrice. Mi assesto alla meglio su quella scomoda seduta, accusando lungo la schiena l’ombra della spada di Hannibal Lecter da giovane in Hannibal. Se potessi l’impugnerei e la sfilerei da sopra le spalle mozzando teste all’impazzata. Sarebbe una carneficina letteraria, un’orgia di sangue scientifico, l’ecatombe della storia, il massacro della matematica, lo sterminio dei latini, la strage dell’ innocente filosofia. Il presidente della commissione, Dario Argento, mi scruta da sotto l’esigua difesa di una pelle diafana come il cellophan in cui mi sembra infilata la mia testa. Il respiro è sempre più disarmato, e il cuore un rullante su cui i miei nervi non smettono di battere. “Bene, cominciamo con la prima domanda di storia” attacca Francis Ford Coppola “in quale anno fu scritto Il Dracula di Bram Stoker? E in quale anno è finita la produzione?” facile, penso, deglutisco e rispondo “E’ stato scritto nel 1897, finito di girare nel 1992” “E scientificamente parlando, quanto dura il periodo d’incubazione di un Alien?” mi domanda Ridley Scott, e io tentenno un “Tre giorni”. “No, uno o due giorni al massimo” mi redarguisce lui e io vacillo abbassando timidamente gli occhi. “Su, rifacciamoci con la filosofia freudiana” Woody Allen arriva in mio soccorso “In Harry a pezzi la vita ell’uomo è una serie nervosa e bizzarra di avventure messe in scena per far ridere, ma che in realtà sono assolutamente serie e, a volte, possono mettere a repentaglio la vita. In un magistrale gioco di scatole cinesi portato agli estremi”. “Esposizione corretta, ora credo sia il momento della domanda del nostro presidente” dice il professor Allen passando la palla a Dario Argento che alza gli angoli delle labbra e mi declama “Latino” fa una pausa greve “in ordine d’importanza di atrocità, dalla più limitata alla più terribile, mi dica la trilogia delle Madri”. Tiro un sospiro di sollievo e riprendendo fiducia espongo “Mater Sospiriorum, Mater Tenebrarum, Mater Lacrimarum” lui sorride e aggiunge “Bene, complimenti, promossa”.
Marilù Manzini scrittrice